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IL PROGRESSO – METRO

Guardando le immagini del bambino palestinese ucciso, in braccio al padre, conseguenza di uno dei soliti episodi di guerra che pervadono il nostro pianeta mi sono domandato: è questo il progresso? In due-tremila anni, quali passi avanti ha fatto l’umanità? Certo l’era tecnologica ha segnato traguardi mai raggiunti, almeno per quello che sappiamo del nostro passato, e non sappiamo tutto. Ma io parlo del genere umano, alla cui specie tutti apparteniamo, quali progressi ha fatto? Quale evoluzione ha prodotto nel suo seno? È avido di potere e di denaro come ha fatto per millenni e per esso è disposto a uccidere, e lo fa. In più questa è l’epoca dell’immagine e così abbiamo anche l’avidità di apparire e anche per questa si è disposti ad uccidere (ci sono tanti modi per farlo). Dove l’amore? Dove il rispetto per se stessi e per gli altri? Dove l’onore? Dove l’amicizia? Rimangono parole vuote e talvolta usate ad arte per scopi manipolatori. I miei vicini di casa hanno appeso un’enorme bandiera della pace alla loro finestra, ma spesso fanno un casino assordante fino alle 2 di notte, senza nessun rispetto per chi è loro vicino e agendo violenza su chi vuole dormire. Quale coerenza? Ho fatto loro presente che non si può chiedere la pace per un luogo a 10.000 km di distanza quando non si è capaci di creare pace a 10 metri di distanza! Ecco l’uomo moderno, tutto chiacchiere e distintivo! Dove i veri uomini? Dove le vere donne? Anche nel campo della salute, quale il progresso? Non credo a quello che alcune comunità scientifiche, sponsorizzate da multinazionali farmaceutiche, ci raccontano. Secondo loro ci si ammala di meno e si guarisce di più. Questo vale per alcune malattie ma è il contrario per altre e la storia è sempre la stessa, in più, in quest’epoca, oltre al corpo si ammala sempre più spesso la psiche, con aumento esponenziale di casi di depressione e relativo incremento di vendita di psicofarmaci! A fronte di un’infezione batterica più facilmente sconfitta, abbiamo stati psichici sempre meno trattabili e malattie degenerative in aumento. Si sta ammalando l’anima. Questo è il progresso? Andiamolo a raccontare a quel bambino sanguinante portato in braccio da un padre attonito e incredulo. Andiamolo a raccontare alle centinaia di milioni di bambini che muoiono di fame o sono vittime di violenza, si raccontiamoglielo, diciamogli che il progresso è arrivato e fa vivere meglio gli esseri umani, ma per favore smettiamo di raccontarlo a noi stessi se abbiamo ancora un po’ di dignità e stima nella nostra capacità di ragionare con la propria testa. Non è una bandiera alla finestra o un’elemosina liberatoria della coscienza che potranno cambiare il mondo. Se non cambiamo noi nella nostra individua umanità, come può avvenire il progresso? Se non siamo capaci di realizzare, nel nostro piccolo, un mondo di pace e di rispetto, con quale arrogante strafottenza urliamo e pretendiamo che lo si faccia a livelli più grandi? Manca la consapevolezza di sé. Eppure qualcuno disse, un tempo, che era meglio guardare la trave nel proprio occhio che la pagliuzza in quello di un altro. Ma continua ad essere più comodo volere che cambi il mondo senza affrontare il cambiamento di se stessi. E il progresso avanza, così ci dicono, e dobbiamo essere contenti e rassicurati per questo. Allora perché quegli sguardi tristi, quelle vite insoddisfatte, quel non sentirsi amati, quella mancanza di senso della vita, quel non sapere più chi siamo e dove stiamo andando? Ci hanno dato quello che chiamano progresso ma ci hanno tolto la gioia.