PAURA DI VOLARE – METRO
“Mi trovo in un antro buio, cammino a tentoni senza sapere dove metto i piedi. All’improvviso sento cedere il terreno sotto di me e comincio a scivolare, fino a cadere vorticosamente giù, sempre più giù: la paura mi attanaglia e non riesco a gridare, continuo a cadere. Mi sveglio madido di sudore e con il cuore che batte a mille. Cosa vorrà dire, dottore?” Questo sogno mi fu raccontato da un paziente che soffriva di attacchi di panico in occasione di voli aerei, anche di breve durata. La paura di volare è strettamente connessa con la paura di cadere. In entrambi i casi vi è un distacco dalla madre terra, una separazione dall’elemento rassicurante senza il quale non si può vivere. Ho osservato, spesso, che le persone afflitte dalla paura di volare hanno grandi difficoltà a sostenere le separazioni affettive: tendono ad evitarle a tutti i costi in quanto la separazione viene vissuta come esperienza totalizzante di abbandono e, di conseguenza, di morte. Il tema legato alla paura di volare non è, come spesso si sostiene, riconducibile alla paura di lasciarsi andare, bensì di lasciare andare; in sintesi la dinamica emotiva agisce il timore di perdere l’oggetto d’amore che, in questo caso, è simbolizzato dalla madre terra. Quando l’aereo decolla si stacca dalla “madre” e ne rimane separato per ore. Questa separazione è intollerabile per chi soffre della paura di volare. Un conflitto così forte può diventare invalidante ai fini lavorativi e non, impedendo al soggetto di viaggiare e raggiungere luoghi molto lontani. La Medicina ufficiale prevede, in casi del genere, l’uso di sedativi e ansiolitici per tacitare l’ansia prodotta dal problema. Le Terapie non convenzionali cercano di arrivare più in profondità, quando il sintomo è cronico, modulando l’azione di farmaci in grado di modificare la tendenza fobica sopra accennata. Sulfur, Aconitum, Pulsatilla sono tra i rimedi omeopatici più utili se prescritti ad alte diluizioni (200, 1000, 10.000 etc.) e ripetutamente. L’azione di questi farmaci omeopatici non è affatto ansiolitica, poiché l’obiettivo non è sedare l’ansia sopravvenuta bensì evitare che l’attacco ansioso sopravvenga. Siamo di fronte ad una terapia causale e non sintomatica. In particolare, nel caso di Aconitum, il soggetto sente la paura nascere dall’interno del corpo senza poterla gestire e controllare. Il caso Pulsatilla è legato alla paura di eventi esterni minacciosi che schiacciano la fragile struttura psichica dell’individuo che necessita di questo farmaco. Sulfur corrisponde ad una struttura che, a seguito dell’alterato utilizzo di ossigeno a livello cellulare, nel tempo produce un profondo senso di precarietà esistenziale nell’individuo, precarietà che ben si colloca nel quadro fobico prima descritto. Per i disturbi acuti ed immediati, legati alla paura di volare, possono essere utili i fiori di Bach (essenze floreali diluite omoepaticamente), per esempio Arnica contribuisce ad armonizzare la distribuzione di energia nell’individuo e, quindi, ad indurre calma ed equilibrio. Echinacea verrà prescritto quando il sintomo è rappresentato dalla perdita dei confini spazio-temporali; infine Rock rose e Rescue remedy sono preziosi quando siamo in presenza di un conclamato attacco di panico. Chi si accorge di avere paura di volare non è opportuno che ricorra esclusivamente a mezzi atti a placare l’ansia, ma è bene che cerchi di avviare un processo di indagine interiore, aiutato da un medico idoneo, per svelare il mistero che si cela dietro al suo sintomo e risolvere quei blocchi emozionali che, spesso, impediscono una fluida relazione con il mondo. Potrà così sciogliere le sue paure e…volare verso la vita.