MEDIA O SCHIAVISMO? – WWW.FOBETERO.IT
Negli ultimi giorni si assiste a dibattiti mediatici su giornali e televisioni intorno alla dolorosa vicenda della morte di una ragazza, uccisa dallo zio. Le discussioni vertono sull’annosa questione circa l’opportunità o meno che la televisione mostri la morte in diretta o scene di dolore in diretta.
Premesso che a mio avviso quando si programma a tavolino una cosa del genere per fare audience, e temo che spesso accada, considero questo evento un reato, anche se la legge dei tribunali non lo prevede, la legge dell’umanità si.
Premesso che in questo caso ritengo Federica Sciarelli del tutto innocente, una seria professionista e una donna sensibile, quindi non rientra nel caso succitato in quanto si è trovata nella condizione di non poter fare diversamente da ciò che ha fatto.
Siamo sempre bravi a dire “avrebbe dovuto fare”, ” avrebbe dovuto dire”. Bisogna trovarsi nelle situazioni, invece di ergerci a giudici presuntuosi e superbi, implicitamente dicendo che noi avremmo fatto meglio.
Ma ciò che salta agli occhi, e spero che i nostri lettori l’abbiano già osservato, è lo sciacallaggio dei mezzi mediatici su questo evento, per cui sono nati tanti talk show e numerosi dibattiti su carta stampata, intorno al capro espiatorio di turno che è la Sciarelli. Impietosi, anche coloro che sostengono di difenderla, ci mangiano sopra dando lustro alla loro trasmissione o al loro giornale.
Questa ipocrisia di un mondo che passa sopra a tutto e a tutti è alla base del processo disgregativo del tessuto umano.
Cosa fare? Non cadere in questi trabocchetti, non sprofondare sul divano e lasciarsi passivizzare da questo o quel programma che sa solo urlare, pettegolare o sfruttare disavventure altrui. Alcuni si chiederanno:” e perché non dovrei vedere una trasmissione che in fondo mi fa passare del tempo e mi fa vedere qualcuno esposto alla gogna mentre io sto comodamente seduto sul divano a mangiare le mie patatine?” l’osservazione è giusta da parte di chi non ha altro nella vita.
La risposta: “perché ti hanno reso schiavo nella mente e tu continui, in questo modo, a dire che ti piace essere schiavo”.
Rispetto a quanti hanno fatto questa scelta, io sto da un’altra parte.