TELEVISIONE – METRO
L’accademia Americana di Neurologia, nella persona del dr. Rosario Sorrentino, accusa alcuni programma televisivi di creare lesioni psicologiche nei giovani e anche danni fisici. Attenzione, dice il neurologo, ai reality show e alle trasmissioni basate sul mito del diventare famosi. In effetti questi spettacoli stanno creando una generazione di giovani senza valori e senza una propria personalità o identità poiché tendono a conformarsi ai modelli proposti. In questo modo i ragazzi, ma anche i bambini, non crescono più con l’obbiettivo di strutturare una propria personalità basata su: “io sono quindi esisto”, elemento base per una vita sana e soddisfacente. Le nuove generazioni rischiano di conformarsi al diabolico dogma: “sono famoso quindi esisto” o, ancor peggio ” appaio in TV quindi esisto”. Possiamo immaginare le conseguenze devastanti sulla società e sulle relazioni tra gli esseri umani. Nessun rispetto per l’altro perché non c’è nessuna stima per chi non è famoso, ma di riflesso cade anche l’autostima e la fiducia in se stessi se non si è famosi e se non si appare in televisione. Questo messaggio è aberrante e potrebbe ripercuotersi in ambito sociale, lavorativo e affettivo. Si potrebbe arrivare a dire: “quella ragazza/o mi piace ma poiché non è famosa/o e non appare in televisione, non la/o considero”. Con devastanti conseguenze nella sfera affettiva di cui si vedono già gli effetti. Poi c’è il fenomeno “guardone”: tutti a guardare in TV cosa fanno gli altri e, spesso, a cercare di imitarli ma non perché sono ritenuti migliori, bensì perché appaiono dentro quel quadrato luminoso. ” Il voyeurismo su cui si basano questi programmi”, scrive l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi, “è una perversione. Fondare un programma su una perversione è assurdo”. (Il Nuovo Medico d’Italia – Gennaio 05) Perché allora tanto ipocrita stupirsi dei comportamenti psicologicamente deviati di alcuni giovani e dei disturbi comportamentali, sempre più frequenti, dei bambini? Sorge una domanda: “ma chi dirige le televisioni?”. Non da un punto di vista della proprietà ma dal punto di chi decide e sceglie i programmi da mandare in onda. È cosciente o incosciente, sa quel che fa o non lo sa? La dott.ssa Cecilia Gatto Trocchi ci aiuta ancora a trovare una risposta: “le corporation hanno bisogno solo di ottusi consumatori. Importante è comprare, non avere valori”. Forse sarà per questo motivo che io sono stato estromesso da una nota trasmissione su RAIUNO solo perché ho “osato” dire che alcune donne fingono l’orgasmo. Ho parlato da medico e volevo aprire le coscienze di uomini e donne per una migliore comprensione reciproca e, quindi, per una migliore soddisfazione sessuale. Se aiutiamo le persone a pensare e a rispettare le difficoltà dell’altra persona con la quale ci relazioniamo, lo scambio migliorerà e, con esso, la soddisfazione e la gioia di stare insieme. Ma evidentemente non si vuole questo, meglio ottusi consumatori che credono che la loro esistenza dipende solo da un’apparizione, da un’esibizione, dal farsi vedere. Meglio un popolo di guardoni che di persone sane in grado di pensare e vivere la propria vita da protagonisti. Ma chi dirige le televisioni?