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INFANZIA TRADITA – METRO

“Volevamo solo giocare, ma ci hanno detto che dovevamo essere educati. Volevamo correre e sudare sotto la pioggia, ma ci hanno detto che avremmo preso freddo. Volevamo ridere spensierati, ma ci hanno fatto vedere i mali del mondo. Volevamo solo ricevere amore, ma ci hanno detto che dovevamo comportarci bene per ottenerlo. Volevamo sognare ma hanno occupato i nostri sogni con volti ansiosi e preoccupati. Poi volevamo crescere e diventare autonomi, ma a quel punto ci hanno detto che non eravamo capaci di farlo”. Questo potrebbe essere il canto che tanti bambini del mondo vorrebbero urlare, parole che prorompono dai gesti e dagli eventi che sempre più ci parlano di UN’INFANZIA TRADITA! Il bambino sembra non avere più i diritti dell’infanzia e l’adulto le capacità proprie della maturità. Se viene tradita l’infanzia non si può sviluppare una condizione adulta perché la persona che ha visto castrare le proprie esigenze infantili le inseguirà per tutta la vita, così rimarrà un eterno bambino. Uomini e donne di trent’anni che ancora vivono con i genitori, madri o padri che non si assumono le responsabilità dei figli, maschi e femmine che non sanno confrontarsi in una relazione adulta sono realtà sotto gli occhi di tutti nella nostra società. Eterni bambini alla ricerca dell’infanzia tradita. In alcune popolazioni in cui le tradizioni sono ancora vive il bambino è totalmente libero fino a quattro anni, in altre fino a sei. I riti di iniziazione delle civiltà cosidette primitive, al momento della pubertà, rappresentano proprio il passaggio dall’infanzia spensierata all’età adulta, e non sono mai indolori. In pratica sembra che il bambino che è stato veramente bambino abbia più possibilità di essere, negli anni successivi, un uomo o una donna adulti. Il passaggio è netto e ben definibile: fino ad un certo punto sei libero, ma da un’età in poi finisce il gioco e cominciano le responsabilità, l’autocoscienza e, con essi, l’autonomia e il distacco dai genitori. Ma se i genitori sono ancora bambini come potranno permettere questo processo evolutivo ai loro figli? Così la catena continua senza tregua. Il paradosso della società moderna è quello di creare bambini già grandi: bravi a scuola, superimpegnati (sport, musica, danza, lingua straniera etc. etc.), vestiti firmati come gli adulti; bambini ai quali già a sei anni si chiede il parere sulle decisioni da prendere su di loro, ma in questo modo si creano invece dei grandi ancora bambini, incapaci di abbandonare l’infanzia perché, in realtà, non l’hanno mai avuta! Restituiamo ai bambini il gioco, il sudore, le risate spensierate; diamo loro un amore non condizionato dalle nostre aspettative, facciamoli sognare. Quando verrà il momento accompagniamoli fuori, e capiranno che è giunta l’ora di crescere e di lasciarsi indietro quella che in questo caso è stata UN’INFANZIA VISSUTA. Così non avranno rimpianti e potranno partire per il viaggio della propria vita autonoma, lasciandosi alle spalle il mare ovattato del fanciullo, che sarà un bel ricordo da tenere nel cassetto. Quando guardo certi spettacoli in televisione penso che la società in cui viviamo sia sempre più orfana di persone adulte. Cominciamo a creare bambini.