SOGNO DI UN PAZIENTE – METRO
Anni fa un mio paziente, persona abbastanza conosciuta, mi raccontò un sogno che aveva fatto: si trovava in un paese straniero a cavallo di un uccello di metallo, ad un certo punto l’uccello perdeva le ali e sprofondava in un baratro, con lui sopra. Commentammo insieme quel sogno senza riuscire a dare una valida spiegazione. Tre mesi dopo lessi sul giornale che quell’uomo era morto mentre si trovava in Sudamerica (paese straniero) perché l’elicottero su cui viaggiava (l’uccello di metallo) era precipitato! Non ebbi dubbi a riconoscere che aveva sognato la sua morte, con una dinamica esatta, ben tre mesi prima che accadesse! Purtroppo lui non mi aveva parlato del suo viaggio imminente, in tal caso, forse, avrei potuto avere un’idea più chiara del significato del sogno; mi ritenni comunque dolorosamente mancante perché non lo avevo aiutato a capire. Questo triste evento mi portò a chiedermi: quali messaggi erano arrivati e da dove? Da quale luogo sconosciuto e perché? Non ho ancora trovato la risposta ma ho delle domande: perché la Medicina non si occupa di tutti i segnali che arrivano da ogni singolo malato? Perché ignora che esistono dei meccanismi inconsci, relegati solo alla psicanalisi, le cui radici affondano in una qualche verità e che affiorano sotto svariate forme, tra cui i sogni? Perché non riconosce che la conoscenza delle chiavi di lettura di questi segnali potrebbe aiutare i malati? Perché tutto ciò che non si conosce o al quale non si riesce a dare una spiegazione razionale viene totalmente negato e avversato dalla Scienza ufficiale? Anche qui non ho tutte le risposte, ma qualcuna si. La prosopopea scientifica che si crede onnipotente perché può spiegare con esattezza come è fatta una cellula o un enzima, inciampa goffamente davanti a un sogno. L’insicurezza. E’ questa la prima risposta. Quando ci sentiamo insicuri vogliamo il controllo e la certezza. Ed è esattamente ciò che la Medicina moderna ha eretto a proprio Dio. Nulla di male, anzi, è molto utile al progresso, ma stiamo attenti perché rischia di portarci ad un nuovo oscurantismo, ben noto ai tempi dell’Inquisizione, in cui chi non parla il linguaggio imposto viene tacciato di eresia e i noti fuochi in pubblica piazza sostituiti con l’isolamento. L’insicurezza può essere uno dei motivi che spinge il mondo scientifico a negare con forza, talvolta con violenza, tutto ciò che non può essere controllato dal metodo oggettivo razionale. Però quel qualcosa esiste! Esistono le intuizioni di una madre verso il figlio, i sogni premonitori, i messaggi che il corpo invia per segnalarci che stiamo sbagliando qualcosa nella vita: ” Il nostro migliore amico”, scrive Dethlefsen, ” non oserebbe mai dirci in faccia la verità in modo così diretto e sincero come fanno sempre i sintomi, ma abbiamo dimenticato il linguaggio dei sintomi.” Nell’antichità il medico era identificato nel sacerdote perché sapeva leggere il corpo e l’anima. Di fronte ad una umanità sempre più sofferente di malattie croniche e degenerative, di fronte ad una umanità sempre più sofferente per un disagio emozionale profondo, è auspicabile che il mondo medico si apra verso un nuovo orizzonte fatto di vedute più ampie, dove la rigorosità del metodo si accompagni alla disponibilità ad accettare eventi di cui non si riesce a dare una spiegazione ma che sono inconfutabilmente reali. La rigidità mentale e la miopia emozionale non possono essere considerati fonti di progresso per l’umanità. Domandatevi quante volte si sono presentate, nella vostra vita, situazioni inspiegabili, inconoscibili ma reali, perché vissute, e scoprirete quale mondo immenso si nasconde dentro l’essere umano, un mondo che la scienza moderna ignora e di cui ha dimenticato la chiave di accesso. Questa chiave è di pertinenza del mondo medico che deve scoprirla di nuovo per alleviare i dolori e le pene di chi soffre, e se non può alleviare può confortare o aiutare a tollerare. Chissà che non si riesca così, dopo molti anni, ad alleviare anche le pene di Galileo Galilei e le scottature di Giordano Bruno!