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LA SCUOLA 14-03-07 – METRO

Professori picchiati, presidi aggrediti, insegnanti palpeggiate. Al di là delle retoriche da bar, penso che il motivo va cercato nella sociologia e nella psicologia. Il fenomeno esploso in Italia comincia dentro la famiglia e finisce nell’aula scolastica. Genitori con una visione narcisistica dei propri figli tendono a giustificarli e difenderli qualsiasi cosa essi facciano o non facciano. Questo comportamento maschera il narcisismo del genitore che, in quel caso, non vuole vedere nei figli le proprie incapacità. In psicologia si chiama “proiezione”: quando proiettiamo sugli altri aspetti di noi stessi. In pratica il genitore che si sente incapace proietta l’incapacità sull’insegnante. Figli trascurati, o che non hanno avuto e non hanno nessun contenitore, poiché è molto più comodo dare in termini materiali che dire no e confrontarsi con il loro odio e le loro reazioni. Sono figli di un’epoca consumistica. Un’epoca senza regole e senza doveri. L’epoca dei diritti senza responsabilità, in cui si attribuisce agli altri la causa dei propri insuccessi. Gli insegnanti devono però decidere se la passione per il loro lavoro è superiore alla voglia di protagonismo. Se sono capaci di mettere i loro problemi personali fuori dal rapporto con gli studenti. Genitori: non parlate male degli insegnanti davanti ai figli, non criticate il lavoro degli insegnanti davanti ai figli, confrontatevi con gli insegnanti su ciò che non ritenete valido, riconoscendo però loro un ruolo che va rispettato. Insegnanti: abbiate un comportamento degno del vostro ruolo, non fatevi intimorire dagli studenti assumendo atteggiamenti troppo “amichevoli”, stimolate gli studenti non con le nozioni ma con il mistero: lo studio come un viaggio verso terre inesplorate e misteriose. Loro vi ameranno per questo. Se le cose nella scuola non cambieranno, questa società è destinata a morire. Quando la scuola perde la sua autorevolezza e la sua funzione, ha inizio la decadenza di un popolo. Marco Lombardozzi