ESTATE E SOLITUDINE – METRO
Estate: tempo di vacanze, di svago, di viaggi. Frenetica ricerca, fermento, ansia e agitazione per conquistare il luogo più bello o il viaggio più stimolante. Da Luglio ad Agosto è un susseguirsi di partenze e di città sempre più vuote. Ma il vuoto non riguarda solo i palazzi e le strade, il vuoto è per tutte quelle persone che rimangono a casa e incontrano la solitudine. Anziani, persone che non hanno i soldi, uomini e donne senza compagni si ritrovano insieme a condividere questo momento in modo doloroso perché intorno c’è la danza della frenesia e della gioia ( a volte solo apparente) della carovana dei divertimenti e loro, invece, sono soli. Pochi riflettono su questa realtà finchè non li tocca da vicino e allora si sveglia una coscienza nuova e una consapevolezza più matura. C’è tanta solitudine d’estate. Molti colleghi mi hanno riferito che i decessi delle persone anziane aumentano nel mese di Agosto. Il tasso dei suicidi, in Agosto, non sembra diminuire, mentre invece la nota teoria sulla luce solare quale effetto benefico nella depressione, dovrebbe portare ad una considerevole riduzione. C’è tanta solitudine d’estate. In questo momento il mio pensiero va a tutte le persone sole, o che si sentono tali, ed ho un moto di solidarietà e comprensione per la loro anima sofferente. Voglio suggerire alcuni rimedi: – parlare con se stessi e conoscersi meglio, imparando ad amarsi. – Trovare, nella parola scambiata nel bar sottocasa, un valore di aggregazione e comunanza rispetto alla solitudine reciproca. – Avere un animale domestico per le persone anziane (pet therapy) – Non cercare nevroticamente tutti gli svaghi che la città offre, ma scegliere oculatamente ciò che veramente piace ed interessa. – Non abbrutirsi davanti alla televisione (può aumentare la depressione), preferire la lettura di un libro, l’ascolto di buona musica, provare a scrivere qualcosa, anche solo per se stessi. – Fare passeggiate in mezzo alla natura (anche il parco vicino casa), possiamo scoprire che un albero o un fiore fanno compagnia, se ne scopriamo il linguaggio. – Attivare la mente, non lasciarla spegnere, non cadere nell’ottundimento. – Cucinare per se stessi cose buone, come se avessimo ospiti ai quali vogliamo donare il nostro cibo con amore, onorando così la propria vita. E’ questo il senso finale: onorare la propria vita. A quella parte di umanità che vuole che si perda sempre di più il senso dell’onore e del rispetto, rispondiamo onorando e rispettando noi stessi, dandoci valore, anche quando la solitudine ci prende nelle notti buie e ci avvolge lo sconforto per essere soli. Anche quando sembra che nessuno è vicino a noi e si apre l’antica ferita dei non amati, non siamo soli, mai. Se diamo onore, rispetto e valore alla nostra esistenza, la solitudine non può distruggerci. Ogni nostro gesto, anche se compiuto in modo solitario, al di fuori dalla società dello spettacolo, nel silenzio della nostra intimità e, talvolta, solitudine, dà un senso profondo al nostro esistere perché, come dice Russel Crowe nel film Il Gladiatore: ” ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità”.