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GENNAIO 2014 LA FELICITA’ – METRO

In un mondo che sembra allontanarci sempre più dal diritto di essere felici, e ci avvicina pericolosamente al dovere di essere infelici, tristi e impauriti, bisogna fare un grande sforzo per non farsi schiacciare dalla tristezza e dall’infelicità. Sembra che su di noi sia calato un’ incantesimo, come se per sentire di appartenere al genere umano si debba essere tristi e avere paura, oppure lamentarsi sempre di qualcosa. E si vive con un senso di colpa quello stato di benessere che chiamiamo felicità. Cosa ci è successo? Quale strano “virus” si è impossessato delle nostre menti e le ha stravolte, facendoci apparire normale uno stato di infelicità e anormale o colpevole una condizione di gioia, di benessere e di armonia con tutte le parti del mondo? Ci vogliono impauriti e tristi, le persone impaurite si governano molto meglio, basta fargli capire che si ha la chiave per la loro salvezza e le persone saranno disposte a tutto. Chi riesce a far credere di poter salvare la gente da una minaccia di qualsiasi tipo, ha in mano la vita di quella gente. Ma per fare questo bisogna insinuare la paura e la tristezza. Le persone gioiose non chiedono di essere salvate. Una persona felice è protagonista della sua vita e non schiava di vite altrui. Uno sciamano africano mi disse, “il mondo è uno, tutto è uno, e voi dei paesi industrializzati state uccidendo il mondo. Ma se morite voi moriremo anche noi, perché siamo uniti da un filo invisibile, da una tela gigantesca, e qualsiasi cosa si faccia alla tela, la facciamo a noi stessi, dobbiamo fare tutti uno sforzo per mantenere in vita il mondo”. Io credo che essere felici sia lo sforzo per mantenere in vita il mondo, e con il mondo noi. Marco Lombardozzi