PASSEGGERI DELLA METRO – METRO
Buongiorno “passeggeri della metro”, vi scrivo perché meritate un’attenzione particolare. Vi conosco quando entrate nella stanza di lamiera che vi accoglie ogni giorno. Per un po’ di tempo diventa la vostra casa in movimento. Vedo i vostri sguardi assorti, talvolta assenti, altre volte sofferenti, raramente gioiosi. Vi vedo immersi nei vostri pensieri mentre il ritmico ripetersi delle luci sotterranee sfiora i vostri occhi e il rumore delle ruote sui binari entra a far parte dei rumori nella vostra testa. Rumori fatti di preoccupazioni per la giornata che viene o di stanchezza per quella trascorsa, e quanti rumori voi, ragazzi, quando entrate in gruppo, ignari dei pensieri degli altri passeggeri, consapevoli solo della vostra energia giovanile che porta un po’ di allegria nel silenzio denso del vagone. Buongiorno a voi, suonatori, in particolare quella coppia di russi che, pur nella difficoltà della vostra vita, vi scambiate sempre sguardi da innamorati, e buongiorno a te, piccolo bambino che accompagni tuo padre mentre suona e passi con il bicchierino a chiedere soldi, che ricordi avrai della tua infanzia? Un vagone, il buio delle gallerie e qualche sguardo pietoso. Un saluto anche a te, suonatore di uno strano xilofono artigianale, perché suoni una musica dolce e melodiosa che ci solleva per un pò dallo stridore dei freni e da quella voce depressa e deprimente, priva di qualsiasi emozione, della signora che annuncia la stazione di fermata e quella successiva. Buongiorno anche a voi, scrittori di tags, perché in fondo mettete un po’ di colori e di creatività nelle giornate tristi e rompete gli schemi e la monotonia delle pubblicità stereotipate. Buongiorno donna che torni la sera e pensi alla famiglia da accudire, sei stanca per la giornata di lavoro e per dover pensare ogni giorno a cosa cucinare per i tuoi famigliari, così i tuoi occhi vagano e li vedo andare lontano, molto lontano. E così tu, uomo, che tornando a casa senti il peso della responsabilità di una famiglia da mantenere e di un lavoro da conservare e vorresti qualcosa di più da poter donare ai tuoi cari. Ma buongiorno anche a voi che mettete un po’ di sguardi curiosi dentro il vagone e osservate i passeggeri e vi fate mille domande e mille interrogativi. Un saluto a tutti gli autisti che passano gran parte della giornata sottoterra e davanti agli occhi solo un cunicolo buio, sempre uguale. Buongiorno a te, ragazza che ho visto piangere per un amore non corrisposto e a te, ragazzo con gli occhi scuri, che ho visto disperato per la frustrazione ricevuta dalla tua fidanzata che ti ha tradito. “Passeggeri della metro”, lo so che la vita non è facile, la giornata faticosa e in molti vagoni non c’è l’aria condizionata e d’estate è terribile, lo so che a volte si sta in piedi per molto tempo e fanno male le gambe e la persona vicino a voi non si è lavata. Vi esorto però a fare uno sforzo, da oggi: mettete più vita nei vostri sguardi, incuriositevi verso gli altri passeggeri, donate un’espressione allegra, un sorriso, se potete, e vedrete che qualcuno, con lo sguardo, vi risponderà. Svegliatevi dal torpore ovattato e scoprite che avete intorno molti compagni di viaggio che percorrono con voi la stessa strada, ma non quella da una stazione all’altra: è il viaggio della vita. Buona giornata “passeggeri della metro”, permettete che vi mandi un bacio?