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I BAMBINI MUOIONO – METRO

I bambini muoiono. Si, sotto le macerie di case malcostruite per la bramosia del guadagno. E noi abbiamo pianto per loro. Si, muoiono di fame in due quarti del mondo, del nostro grande, tecnologico e progredito mondo che lascia senza cibo i suoi figli. E noi ci addoloriamo per loro. E muoiono i bambini, esplodendo sulle mine antiuomo o colpiti da proiettili e da bombe ed è da vigliacchi uccidere un bambino. Ma non è tutto. Dal recente rapporto Eurispes sull’infanzia e l’adolescenza, patrocinato da Telefono Azzurro, emergono dati preoccupanti: i nostri bambini, nelle nostre città, “muoiono” ogni giorno assassinati da un sistema cieco e sordo. Non muore forse un bambino che viene strappato dal padre in una causa di separazione giudiziale? E non muore un bambino strappato da entrambi i genitori senza una verifica seria e affidato alle “amorevoli cure” di anonime assistenti sociali? (vedi il caso recente di Bruno Aprile). Quanti giudici che giudicano dovrebbero essere giudicati quando, con superficialità e leggerezza, affidano un bambino ad un genitore invece che ad un altro (di solito la madre in questa società dove il “materno” ha travalicato ogni confine) senza verificare se ciò è realmente bene per il minore. Stiamo uccidendo i nostri bambini in nome di una giustizia che tale non è e che sembra più giustizialista, quasi che il giudice debba ergersi a paladino non del minore, ma di uno dei due genitori contro l’altro! È così che la nostra società crea il Family Chopping, termine con il quale si intende la distruzione delle relazioni tra i genitori e i figli (Gaetano Giordano). Perché non riusciamo a piangere per i nostri bambini sfrattati dai loro ideali di amore e relegati negli angoli bui della sopraffazione? Perché non combattiamo per loro? C’è tanta ipocrisia su questo argomento. I politici si riempiono la bocca di belle parole per riempire il loro carnet di voti, ma le parole sono gratuite, occorrono i fatti! Sono anni che molte associazioni, tra cui “Ancora Genitori”, lottano per l’istituzione dell’affido congiunto come atto naturale nelle separazioni, affinchè il bambino possa sperimentare la vita con entrambi i genitori. Perché in tanti anni non si è fatto nulla? Per quale motivo il minore deve essere usato come un possesso da parte del genitore affidatario che si può permettere di decidere se “darlo o non darlo” all’altro genitore per alcune ore? Stiamo uccidendo i nostri bambini e ne paghiamo le conseguenze: il carattere borderline aumenta: il bambino che deve soddisfare i bisogni di uno dei due genitori sviluppa un falso Sé con conseguenze nefaste sulla sua capacità di relazionarsi ed amare. Mentre giustamente piangiamo per tutti i piccoli del mondo schiacciati dalle case e dalle bombe, lottiamo per quelli ancora vivi! Il bambino non deve più essere usato come un territorio su cui combattere tra due persone che non si amano più e deve essergli data la dignità di persona evitando la lesione psicologica che il conflitto genitoriale provoca. Giudici, psicologi, politici sono chiamati a rispondere sul perché hanno permesso che mani intrusive entrassero nell’anima dei tanti bambini che chiedevano di poter avere i loro genitori in modo equo e rispettoso dei loro bisogni di figli. Il padre e la madre debbono avere uguali doveri ma anche uguali diritti. Il nostro sistema va modificato per evitare che la poesia di William Blake diventi realtà: “Bambini del futuro.sappiate che in un tempo passato l’amore, il dolce amore, fu considerato un crimine”.