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ESTATE 06-07-05 – METRO

Caldo. Traffico intenso. Scoppia la rabbia. Chiusi nelle scatole di lamiera chiamate auto, sotto il sole umido della grandi città, ingolfati in un traffico lento e logorante, gli esseri umani sentono di perdere un po’ di umanità insieme alla pace e alla capacità di godere il bello della vita. È la realtà che ci assale ogni giorno appena usciamo di casa e ci accompagna la sera, al ritorno. È cominciata l’estate. Sopraffatti dal caldo improvviso al quale il nostro organismo non è preparato (non è un caso che esistevano, un tempo, le stagioni intermedie), anche il nostro equilibrio psichico vacilla, il sistema di autoregolazione sia organico che emozionale cede sotto i colpi del vento caldo umido che viene riflesso dall’asfalto e dal cemento. Così aumentano le liti per il traffico, il suono dei clacson impazziti ferisce le nostre orecchie, il bisogno di ristoro ci fa riversare, la notte, per le vie della città alla ricerca, a volte un po’ nevrotica, di uno scarico dallo stress. Che ci piaccia o no questa è la realtà in cui viviamo e, in attesa che i potenti della Terra si inventino un modo nuovo di farci vivere, o un grande Maestro venga su questo pianeta a rivoluzionare un sistema che sembra avviarci verso la distruzione, noi cosa possiamo fare? Anzitutto non bisogna sentirsi impotenti perché ognuno di noi può cambiare il corso della storia e può essere l’artefice della propria vita. Poi bisogna sempre ricordarsi che il vicino di corsia lungo la strada o chi ci precede o ci segue nella fila alla posta, vive lo stesso disagio che viviamo noi. E ancora ricordiamoci che la vita non è mai stata facile e le avversità del tempo hanno condizionato l’esistenza dell’umanità, da sempre. L’ansia ossessiva dei bollettini meteorologici la considero negativa per il benessere e l’accettazione della realtà. Si pensa che prevedere e illudersi di controllare gli eventi climatici ce li rende più tollerabili. Non credo. Ci si toglie il gusto di scoprire ogni giorno cosa ci riserva la vita e ci crea l’illusione che possiamo evitare la sofferenza. I fatti dimostrano il contrario. Allarmi, paure, preoccupazioni ci rendono passivi e impauriti, per non dire angosciati dall’evento che sta per accadere e che poi non sempre accade o non nel modo prospettato. Poi occorre occuparci di noi stessi e del nostro equilibrio psicofisico: imparare tecniche di respirazione, curarsi con rimedi naturali e omeopatici, tutto volto a mantenere il nostro centro saldo e vitale, ad essere in armonia col nostro corpo e con le nostre emozioni. Tutto parte da noi e torna a noi, passando per l’interazione con l’ambiente. Rispettiamoci. Durante questo caldo rallentiamo i ritmi, non sentiamoci onnipotenti in grado di fare tutto a prescindere dal clima, dall’aria, dall’ambiente in cui viviamo. Gli antichi dicevano che a mezzogiorno i rumori del bosco cessano perché è l’ora di PAN, momento in cui il Dio della vita prorompente riposa. Scopriamo che anche noi abbiamo bisogno di rispetto per noi stessi, per le nostre orecchie, occhi, pensieri, per i moti del cuore. Anche noi dobbiamo fermarci, specialmente in questo caldo inizio d’estate, ad ascoltare il silenzio dentro di noi: è l’ora di PAN. MarcoLombardozzi