LEGGE FUMO – METRO
A volte l’Italia sembra essere il paese dei “senza regole”. A seguito della legge che vieta il fumo nei locali pubblici alcuni cittadini si sono sentiti addirittura offesi o comunque lesi nel loro “diritto” di fumare. Ma queste stesse persone ignorano totalmente il diritto di chi non vuol fumare. Per non parlare dei bambini che, ignari di ciò che respirano, subiscono una violenza respiratoria già in tenera età. Quante volte si vedono genitori che accompagnano i figli a scuola e fumano in macchina trasformandola in una sorta di camera a gas! Lo stesso vale per chi fuma in ascensore e chi vi entra si ritrova in una specie di bagno turco al veleno. Costoro si sentono offesi? Quale strano diritto li rende così speciali da pensare di poter violentare impunemente le persone che li circondano? Ho scritto che sembra il paese dei “senza regole” proprio perché ogni volta che si propone una regolamentazione del vivere in comunità e la si sottopone, ovviamente, a leggi e relative sanzioni per chi le vìola, c’è sempre da parte di alcuni una reazione esasperata. Il messaggio inconscio che viene inviato è: ” io faccio come mi pare, non riconosco nessuna autorità e me ne frego degli altri”. Il concetto di collettività è ignorato, il senso del vivere comune viene disconosciuto. Anni fa in un parco pubblico vidi una signora che sradicava un piccolo alberello. Alla mia domanda su cosa stesse facendo mi rispose che lo portava nel giardino della sua casa. Le feci notare che era in un parco pubblico e la sua risposta fu: ” appunto, perciò è di tutti, quindi la piantina è anche mia e me la prendo!”. Dal mondo della medicina a quello della fisica quantica si ripete in continuazione che il mondo è uno, che l’universo vive e respira insieme a noi, un fisico americano ha scritto che se uno sciame di farfalle si muove a Los Angeles il tempo cambierà a New York, eppure nel nostro paese si vive spesso come se gli altri fossero separati dalla nostra vita, e non lo sono. Che il fumo faccia male lo sanno anche i fumatori più accaniti, dunque come possono pensare di avvelenare chi non vuole essere avvelenato? Poiché il vivere civile non abita in questo paese è ovvio che necessitano leggi che tutelino i bambini e i non fumatori e che vengano puniti gli strafottenti che delle leggi-regole vogliono infischiarsene. La regola è il logos degli antichi, senza regole i bambini crescono onnipotenti e narcisisti. Chi si ribella a questa legge che mira al rispetto di chi vive intorno a noi e condivide la città, il quartiere, i locali, mostra espressioni infantili e narcisistiche. Un capo tribù africano mi disse una volta: ” il mondo occidentale sta perdendo il senso del sacro, quindi sta morendo la sua anima. Ma poiché il mondo è uno, se morite voi anche la nostra anima morirà”. Dimostrando un senso della comunità molto più elevato degli evoluti cittadini di un grande paese industrializzato. Tra gli indiani Navajo quando un membro della tribù faceva un brutto sogno, tutta la collettività si riuniva per ripristinare un equilibrio, poiché il sogno di uno coinvolgeva l’intera tribù alla quale apparteneva. La collettività è l’ambiente nel quale viviamo e con il quale dobbiamo confrontarci nel reciproco rispetto. Mi auguro che prevalga l’antico buon senso italico altrimenti dovremo dar ragione a Dante Alighieri quando scrive: “Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello!”.