GIU’ LE MANI DAI BAMBINI 03-12-06 – METRO
“Giù le mani dai bambini” è la campagna lanciata dopo l’allarme creato da numeri allarmanti: 30 mila bambini in Italia assumono psicofarmaci (METRO 17 Novembre 2006). Bambini bombardati da mine farmacologiche, da missili chimici lanciati sui loro delicati organismi dietro il paravento di diagnosi roboanti. Il problema, lettori di Metro, sta nella mancanza totale di responsabilità da parte di alcuni genitori i quali, invece di chiedersi se nell’ambito famigliare esiste qualche disagio o tensione o carenza che spinga i bambini a comportamenti “insoliti”, trovano molto più facile delegare il medico e dopo di lui una pasticca fredda e insapore a risolvere il fastidio che un bambino del genere gli procura. E ne vedo molti. La parola d’ordine è delegare: il medico, gli insegnanti, lo stato e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo per evitare la fatidica domanda:”io genitore quali responsabilità (non colpe) ho di questa situazione? Vi rendete conto cosa significa dare psicofarmaci ai bambini? vuol dire preparare la società futura a un mondo di drogati e dipendenti. Di soggetti che non possono pensare con la loro testa, che non saranno in grado di intraprendere iniziative individuali, di futuri adulti che dovranno sempre chiedere a qualcuno se hanno fame e cosa devono mangiare e chiederanno che qualcuno li sfami senza fare nulla per procacciarsi il cibo (è una metafora), vuol dire che non saranno in grado di avere autostima, fiducia nelle proprie capacità, volontà, voglia di vivere, capacità di amare. “Bambini del futuro”, scriveva il poeta William Blake, ” sappiate che in un tempo passato l’amore, il dolce amore, fu considerato un crimine”. Se gli psicofarmaci saranno ancora dati ai bambini in numeri così elevati, dovremo parlare di bambini del presente, perchè per loro non ci sarà futuro, nessun futuro come uomini e donne liberi, autonomi, coraggiosi, vitali, capaci di dare amore e di riceverlo. Viviamo un’epoca in cui c’è una grave carenza nell’educazione dei figli poichè si passa da un estremo in cui al bambino è permesso tutto, a un altro eccesso in cui, il bambino inascoltato, non riceve alcuna attenzione. In entrambi i casi la strada è drammaticamente segnata e le cronache degli ultimi anni sono costellate da ex bambini di questo tipo. Volete questo per i vostri figli? Marco Lombardozzi