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LA PAROLA CHE CREA – WWW.FOBETERO.IT

“Tlazohkamatik” in lingua nahuatl. l’antica lingua atzeca, significa “grazie”, però letteralmente e filosoficamente significa “ti dono il mio amore”. Pronunciare questa parola è come celebrare un rito o, in altri termini, recitare un mantra, di amore e benedizione. La parola “amore” esprime la forza che muove, è la connessione tra il macrocosmo ed il microcosmo. Di questa connessione parlarono gli antichi Egizi, i filosofi greci, i nativi americani, fino a Paracelso, Campanella, Giordano Bruno e tanti altri.

L’abbiamo dimenticata? Abbiamo dimenticato la parola che crea!! Verbum caro factum est, dell’antica messa latina vuol dire “la parola si fa carne”. Il potere terapeutico della parola è cosa nota per gli addetti ai lavori. La parola contiene in sé quella che i fisici attuali chiamano l’onda di forma: è vibrazione specifica che, come tutte le vibrazioni, produce effetti. Dobbiamo pesare le parole, parlare meno ma in modo più appropriato e ricordarci che la parola emette onde che producono altre onde e così via.

Pensate quali vibrazioni si produrrebbero se tutti imparassero a dire grazie come gli antichi atzechi e quindi inviassero amore insieme alla gratitudine. In questa epoca molte persone hanno difficoltà addirittura a dire grazie in modo formale!

A tutti gli autori di questa rivista che si prodigano per la divulgazione di parole che creano consapevolezza e a tutti voi lettori che ci sostenete leggendoci, il mio Tlazohkamatik.