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COME COMBATTE UN PADREMETRO

Una coppia di Bologna ha avuto un figlio da poco e arriva una lettera del Comune in cui, la direttrice, si rivolge esclusivamente alla madre per comunicarle che riceverà mille euro con assegno circolare a LEI intestato per la nascita del figlio. Il marito e novello padre si comincia a domandare “e io dove sono?”. Poi arriva una lettera dall’INPS in cui rivolgendosi solo alla madre si rallegrano con LEI per l’evento e LE comunicano che la somma che LEI riceverà sarà esentasse. E il marito nonché padre si domanda ancora: “ ma io chi sono, Babbo Natale?”. Ma ci sono altri segnali: il 9 Aprile scorso l’autorevole Economist ha pubblicato il pronunciamento di Sir James Munby, giudice dell’Alta Corte inglese, sul trattamento iniquo che i padri separati subiscono da molti anni. Il 18 Giugno prossimo a Washington DC si svolgerà il 1° Congresso Nazionale per i Diritti degli Uomini, mentre il 22 Maggio ci sarà la marcia mondiale per il Padre, in Italia sarà a Roma. La collega Malagoli Togliatti su La Repubblica del 9 Aprile scrive che gli uomini uccidono figli o mogli “per ritrovare la predominanza del ruolo”. Invito la collega a leggere il Sunday mail del 18 Aprile: in Scozia la violenza domestica delle donne contro gli uomini è aumentata dell’81% dal 1999 e nell’ultimo anno 3439 uomini sono stati picchiati dalle loro partners! E poi questo ruolo i padri l’hanno perso da un pezzo e senza nemmeno essere separati, vedi il caso sopracitato, eppure non uccidono. Contesto il pensiero della collega in quanto sembra che l’uomo non sia capace di amare ma solo di dominio e di oppressione. Inoltre la dottoressa sembra ignorare ciò che il dr. Giordano scrive: “ in questa società quando un padre perde la moglie perde automaticamente anche i figli”, dolore sufficiente a far perdere la testa a chiunque. Se una madre è autorizzata a diventare una belva per difendere i propri figli, perché lo stesso diritto non è concesso al padre? La verità è che il mondo è asservito non certo al dominio del padre ma a quello del MERCATO e chi fa mercato, oggi, è la donna. Il popolo femminile si è fatto incantare dal rapace notturno che divora i cadaveri dell’amore e del rispetto reciproco nel nome del denaro, così ha creduto di diventare onnipotente negando il maschio e il padre. Ma non ha incontrato la felicità e il prezzo è stato superiore al premio, che è puramente illusorio. Una mia giovane paziente, giorni fa, ha urlato piangendo: “mia madre mi ha tenuto per anni lontana da mio padre e invece quanto mi manca, io ho bisogno di lui”. Oltre alla madre ci vuole anche un padre per nascere e costruire la propria vita. Le vere Donne e i veri Uomini sanno che un terzo elemento si è interposto tra loro e lavora per dividerli. Uno dei mezzi per ottenere ciò è stato la distruzione della figura paterna e dell’identità maschile. Ma anche l’altra metà del cielo, il maschio, ha gravi responsabilità e mostra una fragilità preoccupante e una mancanza inquietante: dove il sacrificio? Dove il donarsi, la capacità di sopportare la perdita, l’onore, il saper rinunciare all’immediata soddisfazione di un bisogno? La frase di Fabrizio Quattrocchi “vi faccio vedere come muore un italiano” ha suscitato in tutti noi un’emozione enorme, davanti a lui uomo mi inchino e lo onoro. Non sembra possibile onorare quegli uomini che, in condizioni ben migliori, di fronte alla sfacciata manovra di delegittimazione del loro giusto e doveroso ruolo non sono più capaci neanche di dire “ vi faccio vedere come combatte un padre”.